Falconara Albanese, 3 Marzo 2004
a Cura di Clara Riggio

 

"La Cultura Falconarese dal Barone Felice Staffa (1845) all'Eruditissimo Arciprete Bernardino Lupi (1952)" (Parte I).

Falconara Albanese fin dal 1800 ha iniziato a farsi conoscere attraverso gli scritti di alcuni suoi "figli". Il primo Barone Felice Staffa, nato nel 1801 e morto il 16 marzo 1870, avvocato corrispondente e membro di varie Accademie Letterarie, eruditissimo nelle amene lettere, profondo matematico. Si direbbe oggi, un "genio", se poi lo si rapporta alla realtà falconarese di due secoli fa, tale apprezzamento è pertinente. Nel 1845, fece stampare a Napoli (allora Capitale del Regno delle Due Sicilie), la sua opera "I Canti Albanesi", nella quale trascrisse vari canti popolari falconaresi ed alcune poesie italiane, tradotte in lingua albanese. Le laboriose ricerche condotte nelle biblioteche di Napoli, Cosenza e Roma dallo storiografo Robin Riggio finora, non hanno prodotto l'esito sperato. Del Corpus dei suoi scritti, non è stato ritrovato nulla. Sono stati contattati anche "probabili" parenti dello scrittore, purtroppo non è emersa nessuna traccia per ritrovare almeno qualche breve scritto.
Del secondo "figlio preclaro" Ferdinando Riggio, si hanno la novella Ducagino ed alcune credenze popolari falconaresi, la prima è stata raccolta dallo scrittore e pubblicata su "La Calabria" anno V del 15 agosto 1893 N° 12, diretta da Luigi Bruzzano; le seconde pubblicate sempre su "La Calabria" anno VI luglio 1894 N° 2. Visse tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900. Compose numerose poesie in lingua albanese e raccolse molti canti popolari, novelle, proverbi ed antiche credenze "di prima mano"dai suoi concittadini. Offrì così ai posteri la memoria storica del proprio tempo. Falconara è l'unico paese albanese, sulla costa tirrenica, ha però conservato nel tempo tutta la sua "identità culturale e storica". Oggi alle soglie del terzo millennio, si sente il bisogno di recuperare tutto il patrimonio lasciato da questi scrittori, perchè "un popolo senza memoria storica, non potrà mai essere un popolo capace di costruirsi un futuro". Le raccolte, poi, le tradusse in greco ed in italiano. Collaborò nella "Rivista Calabrese" con il sacerdote Giovan Battista Moscato di San Lucido. Sfortunatamente di lui, non si hanno più notizie dopo la sua "partenza" per gli Stati Uniti, né il nome della città dove visse, né sui suoi successivi scritti. Forse in seguito alla pubblicazione di questo articolo sul sito www.falkunara.com, si spera, almeno, di aggiungere agli scritti già noti, altri postumi. Dalle ricerche effettuate alla Biblioteca Nazionale di Cosenza si è acquisita soltanto la data della sua scomparsa (30 Marzo 1947).
Il terzo "insigne" figlio di Falconara Albanese fu l'arciprete Bernardino Lupi. Svolse il suo apostolato nel suo paese natale, per ben 50 anni. Fu una persona eruditissima, laureato in Teologia ed in Lettere e Filosofia. Profondo conoscitore di Dante e particolarmente della sua opera magna "La Divina Commedia". Famose erano, tra le persone che lo conobbero, sia le sue Omelie, proprio per l'intessitura con versi delle tre Cantiche dantesche, sia le sue dissertazioni sulla Divina Commedia fatte con il chirurgo Pietro Riggio,  padre del Tenente del V Reggimento di Fanteria, caduto valorosamente sul campo di battaglia (all'età di 25 anni) ed insignito con la medaglia d'argento al Valore Militare, Prometeo Riggio. Era anche questo un "input" per istruire i suoi parrocchiani, non solo dal punto di vista religioso. Lo scorso anno ricorreva il 51° Anniversario della sua morte, avvenuta il 23 ottobre 1952, il realizzatore del sito Falkunara.Com, voleva "commemorarlo" non solo con notizie già note, ma con testimonianze raccolte tra coloro che l'avevano conosciuto; oppure che ne avevano sentito parlare dai loro genitori, congiuntamente ad una monografia sul suo lavoro di educatore. Infatti Nonna Cecilia Russo Riggio raccontava di studenti che venivano da altri paesi, in particolar modo nella stagione estiva, probabilmente per prepararsi agli esami di riparazione, che si svolgevano a settembre, un mese prima dell'inizio del nuovo anno scolastico. Purtroppo fino al 27 settembre 2003 non si era riusciti a contattare nessuno.
Quel giorno infatti è avvenuto un "fatto straordinario" il Sig. Domenico Rocco, mi consegnava "personalmente per l'amicizia che ci lega" 2 quaderni del papà Francesco, allievo del sacerdote. Sono datati 1938/39, per me educatrice, leggere quelle pagine è stata una gioia immensa! Innanzitutto, si evince la preparazione filosofica e pedagogica. Quest'ultima fino al secolo scorso è stata considerata l'ancella della Filosofia. La fama di erudito era non solo esatta, ma esaustiva, della sua preparazione enciclopedica, che aveva fruito in modo originalissimo, trasmettendola al giovane discepolo con gioiosa semplicità. Quest'ultimo era talmente interessato, che via via ne diventava partecipe empatetico.
Maritain1, doveva essere il suo pedagogista preferito, perchè sono evidenti le "sue" quattro regole a cui l'educatore, che è cooperatore dell'educazione, adempiendo la sua funzione (che è una funzione positiva) doveva attenersi:

1. Incoraggiare e favorire, le disposizioni che permettono al fanciullo di progredire nelle vie dello spirito.
2. Concentrare l'attenzione sulle profondità intime della personalità e del suo "dinamismo precosciente".
3. Mirare ad "unificare, non disperdere" per assicurare l'unità spirituale dell'uomo.
4. Liberare l'intelligenza, anziché aggravarla: la ragione deve "dominare" sulle cose apprese.

Questo filosofo valorizza notevolmente il maestro in un rapporto di "potenza" e "atto" in cui si trovano l'Alunno (Potenza) e il Docente (Atto), secondo il modello Tomista, entrambi infatti, sono "protesi" verso quella assoluta verità che Dio solo conosce e di cui ha reso partecipe l'anima. Per rendere più agevole la comprensione del "mio dire" adopererò il sistema delle mappe concettuali. Ma accanto a Maritain, il sacerdote falconarese attuava la pedagogia del Gentile2 filosofo, esponente della corrente neohegeliana italiana.
Il primo concetto che risulta in modo "luminosissimo" dalla lettura, è quello che il Maestro è simile all'artista, il quale nell'espressione estetica realizza le sue doti naturali. Egli deve attingere da se stesso e dalla propria genialità le "risorse" di vocazione e di cultura per cui, nel rapporto immediato con gli alunni, crea la lezione, che nasce originalmente, ogni volta nuova, dalla comunione con i discepoli. Il secondo pensiero è questo: l'educatore si forma nel contatto vivo con gli alunni attraverso la riflessione umana. Ma tutto ciò esige una preparazione culturale profonda che gli permetta di rivivere in sé, unificati, i sommi valori spirituali che l'umanità ha creato nei secoli. Infatti, la vita e la cultura assimilata (fruita), sono le fonti "vive" da cui si apprende a divenire maestri. Questo discente falconarese ebbe la grande fortuna di avere un educatore di una levatura culturale unica!
Questo mio giudizio è confermato dallo stesso allievo in molte pagine e il suo rammarico è quello di non poter ricambiare questo "dono" con un impegno più costante, perchè doveva dare una mano al papà ed alla mamma nel "magazzino", oggi diremmo Supermercato. Le materie di studio erano: Lingua e Letteratura Italiana, Scienze, Storia ed Educazione Civica ed Aritmetica. Si evince che il sacerdote-docente avesse approntato una programmazione vera e propria. Scorrendo le pagine, non si ha mai la sensazione, che non vi sia un filo conduttore, tutti gli scritti, perseguono degli obiettivi e dei contenuti prefissati.

 



Note:

1. Jacques MARITAIN: Filosofo francese 1882-1973, contribuì alla preparazione della classe politica mondiale, ma soprattutto italiana (Moro, Fanfani, Andreotti etc...) con l'opera magna: "Umanesimo Integrale". Fu il primo laico ad essere ammesso al Concilio Ecumenico (1963). Esponente dello Spiritualismo Francese.
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2. Giovanni GENTILE: Filosofo italiano 1875-1944, esponente dell'hegelismo italiano. Ministro della Pubblica Istruzione nel 1923, varò la Riforma della Scuola Italiana, che porta il suo nome (Riforma Gentile).
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