"La Cultura Falconarese dal
Barone Felice Staffa (1845) all'Eruditissimo Arciprete
Bernardino Lupi (1952)" (Parte II).
Alla luce di quanto detto nella prima parte, preferisco
proseguire con delle Mappe Concettuali; che sicuramente
esplicano meglio il mio elaborato.
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Lingua e Letteratura Italiana: |
Bella
Scrittura.
Bella
Pronuncia.
Vocaboli
Italiani |
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OBIETTIVI |
METODOLOGIA |
PREREQUISITI |
Comprensione
della Lingua Orale.
Comprensione
della Lingua Scritta.
Produzione
della Lingua Orale.
Produzione
della Lingua Scritta.
Conoscenza
delle funzioni e della struttura della Lingua anche nei
suoi aspetti Storico Evolutivi.
Conoscenza
ed Organiz-zazione dei Contenuti.
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LEZIONI:
Interattive.
Dialogate.
STRUMENTI:
Dettato.
Lettura.
Dizionario
Italiano realizzato giorno per giorno dal sacerdote e
trascritto dal fanciullo alla fine di ogni dettato.
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Mancanza
di Contatti con ragazzi che parlavano l'italiano.
Uso
dell'albanese sia in famiglia che nei rapporti
interpersonali.
Bisogno
di Apprendere l'italiano, sia per i rapporti
interpersonali, sia per il lavoro futuro.
Bisogno
d'imparare a pronunciare vocaboli italiani anche i più
difficili da proferire. |
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La Mappa
evidenzia come gli obiettivi prefissati dall'arciprete -
docente, fossero identici a quelli che i docenti di oggi hanno
come criteri per la verifica dell'apprendimento degli alunni. Ma
"Zotinunn" Lupi, li aveva fissati nel 1938, cioè 65 anni fa!
Bisogna soffermarsi anche su un altro aspetto: il fanciullo in
questione, doveva prepararsi agli esami di ammissione alla
scuola media. Quanta più difficile fosse la carriera scolastica
negli anni '30 - '40.
La valenza educativa del dettato, che consentiva al fanciullo di
imparare parole nuove, in italiano e di scriverle correttamente.
Ad ogni dettato seguiva un brevissimo vocabolario, non più di
una pagina, con le parole più usate in quel periodo, segnato
dalle guerre e dall'emigrazione. Infatti, si trovano termini
quali: "veliero, scafo, carena, mercantile, emigrante, cantieri,
timone, bordo, cuccetta, crociera, naviglio, siluro, equipaggio,
proiettili, ascaro" alternandoli con termini aulici quali:
"nitida, gemma, loquela, rango, pacato, antitesi (vocabolo
tipicamente filosofico), gelida" a cui seguono "voci" usuali del
tipo: "incappare, trastullare, vestiboli, crisi, ostile,
omerico, pupille, decisione, vanità, dominio, squallida, ruvido,
chiostro, palestra, soma, brusca, tono, ninfa, tortuoso,
diroccare, cattedra, balaustra, crepito". In sintesi il nostro
educatore falconarese "concretizzò" una preparazione globale
ottimale, per quei tempi; basti pensare che il paesino non aveva
altre strade se non quella che lo congiungeva a San Lucido.
Coloro i quali volevano dare un'istruzione ai loro figli,
dovevano mandarli in collegio, oppure sottoporre questi
giovinetti a grandi sacrifici, la mattina a piedi fino alla
stazione ferroviaria (San Lucido) ed il pomeriggio ripercorrere
lo stesso tragitto, con qualsiasi condizione climatica (sole,
pioggia, neve, nebbia...). Altro aspetto da mettere in rilievo è
la descrizione di quel fenomeno atmosferico che caratterizzava
ieri ed oggi Falconara: "la nebbia", facendo usare vocaboli
forti come "esasperante, fastidiosa, fitta, greve e uggiosa".
La particolarità della correzione è, a mio modesto avviso, di
una valenza educativa eccezionale! Infatti, il voto era posto
sempre come una frazione, esempio 8/10 in cui il numeratore
indicava il voto meritato ed il denominatore indicata il massimo
voto da perseguire! Inoltre la data e la firma di Zotinunn. In
albanese era questo il vocabolo usato nel rivolgersi al
sacerdote (significa letteralmente Signore). Vi si trova anche
la descrizione delle difficoltà oggettive, che i falconaresi
dovevano affrontare per potersi spostare in altri paesi, anche
non molto lontani, visitare il Santuario di San Francesco oggi è
semplice, ma nel 1939 dopo la "passeggiata" Falconara Paese -
Falconara Stazione, bisognava prendere il treno e non sempre si
poteva ritornare in giornata. Se "capitava" una giornata
piovosa, la scelta era che si doveva restare o ospitati da
qualche parente o amico, oppure aspettare in stazione che
facesse giorno. Una descrizione originale e fotografica, dello
studio del nostro arciprete commuove! Infatti il discente,
volgendo lo sguardo in senso orario, elenca tutti i volumi
allineati nella biblioteca: "Testi di Geografia, Storia,
Filosofia, Vocabolari Greci, Latini, Spagnoli ecc." e poi... uno
sguardo alla finestra ed ecco descritto il giardino del
sacerdote: "lo zampillo, i fiori tipici falconaresi ed infine il
campo di bocce!", sembra di osservare un quadro di Chagall o
Kandiski pittori che hanno "fermato" la poesia sulla tela.
Certamente il nostro caro arciprete, aveva spiegato come
svolgere quel "tema". Il più insigne degli educatori, è colui
che riesce a trasmettere la gioia della vita attraverso la
semplicità del quotidiano. In quel periodo storico
caratterizzato dalla "Dittatura Fascista e dalla Guerra" non era
semplice educare! L'arciprete Lupi, ha trasmesso serenità, gioia
per il futuro, ha consegnato al giovane discente la speranza,
cioè il dono che "traghetta" al futuro! Leggere quei temi e quei
dettati è stato come rivedere il film di Benigni "La vita è
Bella". Anche le lettere, scritte ai parenti sono foriere di
considerazioni educative, l'affettività viene "perseguita" con
discrezione; l'allievo viene aiutato ad amare gli altri e a
coltivare l'amore per la famiglia e per l'amicizia fraterna. I
fanciulli vedono e leggono la realtà con gli occhi degli adulti.
Platone diceva che "solo i poeti possono ricordare agli uomini
che esiste il bello, il bene e che si può scegliere di vivere
all'insegna della materialità o della spiritualità" (che
chiamava il mondo Iperuriano). La storia insegnata
dall'educatore Lupi, riflette anch'essa una programmazione di
stampo moderno:
Dalla lettura
dei quaderni risulta la serenità e l'obiettività con le quali il
docente fa vivere quel particolare periodo storico: la visita
del Duce a Cosenza, i preparativi per il coprifuoco, la
descrizione della morte di Pio XI (dalla quale si evince che la
lettura del giornale, era una metodologia già utilizzata dal
sacerdote). Inoltre, la conciliazione fra Stato e Chiesa (12
febbraio 1939). Per quanto attiene le scienze naturali il caro Zottinunno esperiva il metodo induttivo, dal generale al
particolare ed ogni "fatto" era trasformato in un "input", da
cui faceva scaturire la sua lezione. Una sua lieve
indisposizione diventava lezione di anatomia e fisiologia. Non
mancavano suggerimenti sulle necessità di una sana
alimentazione, di una vita morigerata per ottener la salute
fisica e mentale. Molte sono le pagine in cui sono riportate le
tradizioni falconaresi legate al Natale, Carnevale o alla
Pasqua.
CONCLUSIONI:
Il lavoro di
educatore è stato esemplato con una semplicità ed un amore
veramente unico. Piaget diceva che non si poteva diventare
educatori, se non si possedeva un certo "quid". L'arciprete
eruditissimo, Bernardino Lupi possedeva quel quid in modo
eccelso! I nostri giovani devono perciò, non solo ricordarlo, ma
onorarlo con lo studio amorevole e con la decisione ferma e
costante di conseguire una preparazione culturale ed umana
ottimale. Per il 52° anniversario della sua "salita in cielo",
mi piacerebbe, che fosse ricordato con un piccolo dono
tipicamente "Etereo": la sua tomba, che è ora lasciata
all'incuria del tempo, fosse trasformata in cappella, con una
struttura in ferro e vetro e che "incorpasse" anche le tombe dei
suoi genitori. L'epigrafe che lasciò scritta è chiara
"qui è
sepolto l'arciprete Bernardino Lupi, tra il padre e la madre,
come volle". Altro dono, sarebbe quello di posare sempre un
fiore sulla sua tomba. Infine perseguire l'umiltà, non inserì
nessun titolo accademico nella sua epigrafe, soltanto il
"titolo" di arciprete, a testimoniare la sua vocazione di
sacerdote che scelse la vita semplice e modestissima dei suoi
concittadini. Celebrare il suo anniversario di morte, significa
innanzitutto, leggere con gli occhi del cuore quanto lui ha
"seminato". Quest'anno la Mappa Concettuale del Nostro Istituto
Comprensivo sviluppa la tematica "educazione alla cittadinanza",
ebbene la programmazione educativa del nostro illustre
falconarese, l'anticipa di ben 65 anni!
San Lucido,
Ottobre 2003.
Clara Riggio
Tratto dal "Microprogetto - Fallkunara -
Lingua e Cultura Arbëreshe"
a Cura della Prof.ssa Clara Irace Riggio
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