Falconara Albanese, 5 Marzo 2004
a Cura di Clara Riggio

 

"La Cultura Falconarese dal Barone Felice Staffa (1845) all'Eruditissimo Arciprete Bernardino Lupi (1952)" (Parte II).

Alla luce di quanto detto nella prima parte, preferisco proseguire con delle Mappe Concettuali; che sicuramente esplicano meglio il mio elaborato.

 

 

OBIETTIVI METODOLOGIA PREREQUISITI

Comprensione della Lingua Orale.

Comprensione della Lingua Scritta.

Produzione della Lingua Orale.

Produzione della Lingua Scritta.

Conoscenza delle funzioni e della struttura della Lingua anche nei suoi aspetti Storico Evolutivi.

Conoscenza ed Organiz-zazione dei Contenuti.
 

LEZIONI:

Interattive.
Dialogate.

STRUMENTI:

Dettato.
Lettura.
Dizionario Italiano realizzato giorno per giorno dal sacerdote e trascritto dal fanciullo alla fine di ogni dettato.

Mancanza di Contatti con ragazzi che parlavano l'italiano.

Uso dell'albanese sia in famiglia che nei rapporti interpersonali.

Bisogno di Apprendere l'italiano, sia per i rapporti interpersonali, sia per il lavoro futuro.

Bisogno d'imparare a pronunciare vocaboli italiani anche i più difficili da proferire.

     

 

La Mappa evidenzia come gli obiettivi prefissati dall'arciprete - docente, fossero identici a quelli che i docenti di oggi hanno come criteri per la verifica dell'apprendimento degli alunni. Ma "Zotinunn" Lupi, li aveva fissati nel 1938, cioè 65 anni fa!
Bisogna soffermarsi anche su un altro aspetto: il fanciullo in questione, doveva prepararsi agli esami di ammissione alla scuola media. Quanta più difficile fosse la carriera scolastica negli anni '30 - '40.
La valenza educativa del dettato, che consentiva al fanciullo di imparare parole nuove, in italiano e di scriverle correttamente. Ad ogni dettato seguiva un brevissimo vocabolario, non più di una pagina, con le parole più usate in quel periodo, segnato dalle guerre e dall'emigrazione. Infatti, si trovano termini quali: "veliero, scafo, carena, mercantile, emigrante, cantieri, timone, bordo, cuccetta, crociera, naviglio, siluro, equipaggio, proiettili, ascaro" alternandoli con termini aulici quali: "nitida, gemma, loquela, rango, pacato, antitesi (vocabolo tipicamente filosofico), gelida" a cui seguono "voci" usuali del tipo: "incappare, trastullare, vestiboli, crisi, ostile, omerico, pupille, decisione, vanità, dominio, squallida, ruvido, chiostro, palestra, soma, brusca, tono, ninfa, tortuoso, diroccare, cattedra, balaustra, crepito". In sintesi il nostro educatore falconarese "concretizzò" una preparazione globale ottimale, per quei tempi; basti pensare che il paesino non aveva altre strade se non quella che lo congiungeva a San Lucido.
Coloro i quali volevano dare un'istruzione ai loro figli, dovevano mandarli in collegio, oppure sottoporre questi giovinetti a grandi sacrifici, la mattina a piedi fino alla stazione ferroviaria (San Lucido) ed il pomeriggio ripercorrere lo stesso tragitto, con qualsiasi condizione climatica (sole, pioggia, neve, nebbia...). Altro aspetto da mettere in rilievo è la descrizione di quel fenomeno atmosferico che caratterizzava ieri ed oggi Falconara: "la nebbia", facendo usare vocaboli forti come "esasperante, fastidiosa, fitta, greve e uggiosa".
La particolarità della correzione è, a mio modesto avviso, di una valenza educativa eccezionale! Infatti, il voto era posto sempre come una frazione, esempio 8/10 in cui il numeratore indicava il voto meritato ed il denominatore indicata il massimo voto da perseguire! Inoltre la data e la firma di Zotinunn. In albanese era questo il vocabolo usato nel rivolgersi al sacerdote (significa letteralmente Signore). Vi si trova anche la descrizione delle difficoltà oggettive, che i falconaresi dovevano affrontare per potersi spostare in altri paesi, anche non molto lontani, visitare il Santuario di San Francesco oggi è semplice, ma nel 1939 dopo la "passeggiata" Falconara Paese - Falconara Stazione, bisognava prendere il treno e non sempre si poteva ritornare in giornata. Se "capitava" una giornata piovosa, la scelta era che si doveva restare o ospitati da qualche parente o amico, oppure aspettare in stazione che facesse giorno. Una descrizione originale e fotografica, dello studio del nostro arciprete commuove! Infatti il discente, volgendo lo sguardo in senso orario, elenca tutti i volumi allineati nella biblioteca: "Testi di Geografia, Storia, Filosofia, Vocabolari Greci, Latini, Spagnoli ecc." e poi... uno sguardo alla finestra ed ecco descritto il giardino del sacerdote: "lo zampillo, i fiori tipici falconaresi ed infine il campo di bocce!", sembra di osservare un quadro di Chagall o Kandiski pittori che hanno "fermato" la poesia sulla tela. Certamente il nostro caro arciprete, aveva spiegato come svolgere quel "tema". Il più insigne degli educatori, è colui che riesce a trasmettere la gioia della vita attraverso la semplicità del quotidiano. In quel periodo storico caratterizzato dalla "Dittatura Fascista e dalla Guerra" non era semplice educare! L'arciprete Lupi, ha trasmesso serenità, gioia per il futuro, ha consegnato al giovane discente la speranza, cioè il dono che "traghetta" al futuro! Leggere quei temi e quei dettati è stato come rivedere il film di Benigni "La vita è Bella". Anche le lettere, scritte ai parenti sono foriere di considerazioni educative, l'affettività viene "perseguita" con discrezione; l'allievo viene aiutato ad amare gli altri e a coltivare l'amore per la famiglia e per l'amicizia fraterna. I fanciulli vedono e leggono la realtà con gli occhi degli adulti. Platone diceva che "solo i poeti possono ricordare agli uomini che esiste il bello, il bene e che si può scegliere di vivere all'insegna della materialità o della spiritualità" (che chiamava il mondo Iperuriano). La storia insegnata dall'educatore Lupi, riflette anch'essa una programmazione di stampo moderno:

 

OBIETTIVI METODOLOGIA BISOGNI

Concepire la storia come un fatto globale, aprendosi dunque, alla conoscenza della materialità e quotidianità e superando eventuali concezioni di storia intesa come somma di eventi salienti di tipo diplomatico - militare.

Stabilire un vitale rapporto con l'educazione civica, sia riflettendo su fatti storici e sui valori ad essi sottesi, sia maturando un più profondo senso delle proprie responsabilità civile e della necessità di criteri morali per le scelte che l'uomo (il ragazzo) deve operare.
 

LEZIONI:

Interattive.
Dialogate.
Dettati.

METODO:

Induttivo.
Deduttivo.

Leggere gli avvenimenti con "SERENITA'" e "OBIETTIVITA'".
     

 

Dalla lettura dei quaderni risulta la serenità e l'obiettività con le quali il docente fa vivere quel particolare periodo storico: la visita del Duce a Cosenza, i preparativi per il coprifuoco, la descrizione della morte di Pio XI (dalla quale si evince che la lettura del giornale, era una metodologia già utilizzata dal sacerdote). Inoltre, la conciliazione fra Stato e Chiesa (12 febbraio 1939). Per quanto attiene le scienze naturali il caro Zottinunno esperiva il metodo induttivo, dal generale al particolare ed ogni "fatto" era trasformato in un "input", da cui faceva scaturire la sua lezione. Una sua lieve indisposizione diventava lezione di anatomia e fisiologia. Non mancavano suggerimenti sulle necessità di una sana alimentazione, di una vita morigerata per ottener la salute fisica e mentale. Molte sono le pagine in cui sono riportate le tradizioni falconaresi legate al Natale, Carnevale o alla Pasqua.

CONCLUSIONI:

Il lavoro di educatore è stato esemplato con una semplicità ed un amore veramente unico. Piaget diceva che non si poteva diventare educatori, se non si possedeva un certo "quid". L'arciprete eruditissimo, Bernardino Lupi possedeva quel quid in modo eccelso! I nostri giovani devono perciò, non solo ricordarlo, ma onorarlo con lo studio amorevole e con la decisione ferma e costante di conseguire una preparazione culturale ed umana ottimale. Per il 52° anniversario della sua "salita in cielo", mi piacerebbe, che fosse ricordato con un piccolo dono tipicamente "Etereo": la sua tomba, che è ora lasciata all'incuria del tempo, fosse trasformata in cappella, con una struttura in ferro e vetro e che "incorpasse" anche le tombe dei suoi genitori. L'epigrafe che lasciò scritta è chiara "qui è sepolto l'arciprete Bernardino Lupi, tra il padre e la madre, come volle". Altro dono, sarebbe quello di posare sempre un fiore sulla sua tomba. Infine perseguire l'umiltà, non inserì nessun titolo accademico nella sua epigrafe, soltanto il "titolo" di arciprete, a testimoniare la sua vocazione di sacerdote che scelse la vita semplice e modestissima dei suoi concittadini. Celebrare il suo anniversario di morte, significa innanzitutto, leggere con gli occhi del cuore quanto lui ha "seminato". Quest'anno la Mappa Concettuale del Nostro Istituto Comprensivo sviluppa la tematica "educazione alla cittadinanza", ebbene la programmazione educativa del nostro illustre falconarese, l'anticipa di ben 65 anni!

San Lucido, Ottobre 2003.

Clara Riggio

Tratto dal "Microprogetto - Fallkunara - Lingua e Cultura Arbëreshe"
a Cura della Prof.ssa Clara Irace Riggio


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