Prima
di passare a disaminare il rito bizantino, è doveroso fare un breve accenno alle chiese e
alla loro struttura architettonica.
-
Chiesa della Madonna del Buon Consiglio, nell'omonima via, gli
elementi architettonici esterni sono in arenaria, la parte absidale
con cupola, su basamento ortogonale e porta ad oriente, come usavano i
bizantini. E' del XVI secolo. Per molti anni è stata chiusa al
culto, perché pericolante, ora dopo un lungo e laborioso periodo di
restauro è stata riaperta. V'è un altare in stile Barocco, il
soffitto è stato ricostruito in legno. L'immagine della Madonna è
un piccolo quadretto ad alto rilievo, sorretto da due angeli. I
festeggiamenti hanno luogo la seconda domenica di settembre, in modo
solenne e per l'occasione molti falconaresi fanno ritorno al paese. Da
qualche anno, inoltre, tutti gli emigrati in America si sono
organizzati a fare una raccolta di fondi (tra tutti coloro che fanno
parte della comunità falconarese negli States) da destinare alla
solenne celebrazione della Madonna.
-
Chiesa del Castelluccio, edificata nel 1544, di fattura semplice,
con pittoresca utilizzazione della roccia. Portichetto, elementi
tufici e statua della Madonna Assunta sono opera di scalpellini
locali (sec. XVII e XVIII). E' stata per molto tempo un romitorio,
abitato da eremiti fino alla fine del 1800. Ora la porta dell'eremo
è stata murata. I festeggiamenti hanno luogo il 15 agosto ed è preceduta da una
quindicina di celebrazioni liturgiche nella cappellina. Vi si accede attraverso una
gradinata di circa 127 gradini di pietra. Alla sua sommità vi è un
campanile a forma di torretta del 1757, su un lato vi è una
nicchia, ricavata nella roccia, dove è posta una statua della
Madonna Assunta, scolpita in pietra lavica nera, dal viso bianco e
dalle braccia monche. Opera di un artista locale del 1600. Sulla
cima della roccia vi è stata posta una croce.
-
Chiesa
arcipretale, in via Skanderbeg, di pianta seicentesca, la
porta è datata 1601. La chiesa è dedicata a San Michele Arcangelo.
Vi si possono ammirare alcune tele del pittore fiumefreddese
Pascaletti (quadro dell'Addolorata con San Michele Arcangelo e San
Francesco di Paola). Inoltre vi sono delle belle statue
processionali. Ora con il passaggio, da circa 26 anni, al rito
bizantino (dal 1558 al 1974 infatti è stata di rito latino) è stato
modificato l'aspetto interno della chiesa, lì dove prima vi
erano delle nicchie con all'interno le statue dei santi, ora
sono state murate e sostituite da "icone"
tipiche del rito bizantino. L'unica statua rimasta è quella
dedicata a San Francesco di Paola, posta alla sinistra dell'altare.
Anche la struttura dell'altare è stata modificata con l'avvento del
rito bizantino. Fra le numerose icone vi è una icona di
Sant'Attanasio, offerta dagli albanesi di Santa Sofia d'Epiro per
suggellare il gemellaggio con Falconara.
-
Chiesa dedicata al S. Salvatore e Santa Teresina del Bambino
Gesù.
Questa chiesa, di nuova edificazione, si trova a Torremezzo. Vi si
possono ammirare: l'abside "scritto" ad icona (opera di un
artista moderno albanese) ed un quadro di Santa Teresina della
pittrice moderna Tonina Garofalo di Fiumefreddo.
Il Rito:
Il rito greco cattolico si mantenne a Falconara fino al 1639, secondo
quanto afferma in un suo manoscritto Ferdinando Riggio. Un'altro
studioso (Rodotà) riporta il 1670. Giovan Battista Moscato riferisce che per
circa 68 anni, dal 1487 al 1555, rimasero senza culto. Per centoquindici
anni ebbero parroci di entrambi i riti, greco e latino, poi si estinse
il rito greco e per molti anni (circa 33) ci furono soltanto delegati a
tempo di rito latino. Successivamente si fece di tutto affinché i parroci latini fossero
stranieri (dal 1558 al 1632). Da quella data iniziò la lunga lista di
sacerdoti falconaresi, che si interruppe nel 1952 con la morte di
Bernardino Lupi. Il rito greco dopo circa tre secoli è stato
ripristinato (1974). Passando dalla Diocesi di Cosenza all'Eparchia di
Lungro. Secondo molti storici il passaggio al rito
latino ha fatto si che si perdessero molti usi e costumi tipici della
tradizione albanese, un altro fattore che ha determinato tale perdita è
stato l'isolamento geografico (in particolare per la lontananza e quindi
la mancanza di rapporti con gli altri numerosi centri albanesi presenti
in Calabria). Tra le peculiarità del rito ve ne sono alcune forse un po' "originale", ad esempio i preti di rito Bizantino
possono contrarre matrimonio purché esso sia celebrato prima
dell'ordinazione sacerdotale. Un'altra particolarità di rilievo
riguarda la liturgia che è più lunga e che prevede durante
l'Eucaristia al posto dell'Ostia un pezzo di pane.
Durante la celebrazione del matrimonio gli sposi, alla conclusione del
rito, rompono il bicchiere dove hanno bevuto come simbolo
dell'indissolubilità del matrimonio. Le varie celebrazioni avvengono
tutte in lingua albanese o greca.
Il Sig. Francesco Quaranta si è occupato della variante salentina del
matrimonio italo-greco, dove anche lì avveniva la rottura della coppa
come simbolo "benaugurante... la rottura del calice ai piedi degli sposi (ecclesializzazione del brindisi nuziale presente anche in antichi eucologi
costantinopolitani)...". Il Testo italiano del rito "E partecipa ad essi per prima la vivificante comunione, poi preso il calice comune, fa bere il marito, quindi la moglie; di nuovo il marito e la moglie ed ancora il marito e poi la moglie fino alla fine. Quindi infrange il calice per terra davanti ai loro piedi, dicendo: Viva i novelli sposi. Che la Santa Trinità vi conservi uniti. Poi, intrecciate le loro destre, dice: Andate in pace. Il Signore sarà con
voi".
Per ulteriori notizie ed approfondimenti: http://www.ktistes.altervista.org/incoronazione.html.
Fotografia
che ritrae il Vescovo dell'Eparchia di Lungro (Ercole Lupinacci, al
centro), il parroco o "Papas" (Padre Giuseppe Bellizzi, sulla
destra) ed un diacono (Angelo Belluscio, sulla sinistra) durante la
processione in occasione della festa patronale (della Madonna del Buon
Consiglio di qualche anno fa).
|