Falconara Albanese, 10 Marzo 2003

 

Perché Zelig è Zelig!

Non è per essere controtendenza che scrivo questo articolo, né per fare pseudo polemiche in stile critico televisivo. Ma penso di rappresentare l’altra faccia della tv, quella che non soccombe a Sanremo, quella che sceglie un programma perché davvero gli piace e non perché è nazionalpopolare!

Sanremo è il Festival più amato dagli italiani, al punto che nel periodo di trasmissione della favolosa kermesse sembra di essere in un regime totalitario: sugli altri canali, nelle altre televisioni, non c’è nulla di veramente interessante da guardare! Nessuno se la sente di combattere col Gigante della Rete Ammiraglia che puntualmente fa man bassa di ascolti... eccetto ieri sera (mentre vi scrivo è il 5 marzo, secondo giorno di programmazione del Festival), che un manipolo di comici “strampalati” sono andati avanti, come di consueto, nel loro spettacolo tanto atteso, il martedì in prima serata. Io ho scelto loro, quelli di “Zelig Circus” su Italia1, non perché non ci fosse di meglio da vedere (di fatto non è che ci fosse tutta ‘sta scelta...), ma perché il martedì non c’è prima visione che tenga: io scelgo sempre Zelig.
Solo che, lo stesso, non posso far finta che Sanremo non esista: radio, tv, giornali cartacei o online, tutti sbattono in prima pagina (troppo spesso a pari merito con l’imminente guerra e con l’attuale “questione terrorismo”) i commenti sulla prima giornata del Festival: <aria fritta>, <troppo lungo>, <troppo corto>, <sempre lo stesso>, <brave le co-conduttrici>, <calano gli ascolti>, <ascolti mai così bassi dal 1996>.
In effetti pare che quest’anno l’atmosfera attorno al Festival sia più mesta: venti di guerra e rinnovati fulgori brigatisti hanno distolto l’attenzione dai vestiti delle belle di turno. A questo punto tutti preferiremmo parlare solo di quello, dei vestiti, augurandoci che non ci fossero mai prime pagine così funeste. Ma questo è un altro discorso.
Mi rammarico, piuttosto che ‘stasera non avrò una valida alternativa al Festival. Però, a ben pensarci, c’è quel bel libro che ho comprato da un po’ e che aspetta lì, sul mio comodino, di essere letto. Ci sono i miei amici che reclamano la mia presenza e c’è il mio fidanzato da coccolare un po’.
E tutto questo potrebbe divertirmi anche più di Zelig. Credo di aver capito: l’alternativa a Sanremo non è un altro programma, ma vivere come più ci piace le nostre serate, lontani da un monitor e da un telecomando, assaporando le piccole cose e la libertà che qualcuno, non troppo lontano, trama per toglierci.

 

Floriana Riggio


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