Perché Zelig è Zelig!
Non è per essere controtendenza che scrivo questo articolo, né per fare
pseudo polemiche in stile critico televisivo. Ma penso di rappresentare
l’altra faccia della tv, quella che non soccombe a Sanremo, quella che
sceglie un programma perché davvero gli piace e non perché è
nazionalpopolare!
Sanremo è il Festival più amato
dagli italiani, al punto che nel periodo di trasmissione della favolosa
kermesse sembra di essere in un regime totalitario: sugli altri canali,
nelle altre televisioni, non c’è nulla di veramente interessante da
guardare! Nessuno se la sente di combattere col Gigante della Rete
Ammiraglia che puntualmente fa man bassa di ascolti... eccetto ieri sera
(mentre vi scrivo è il 5 marzo, secondo giorno di programmazione del
Festival), che un manipolo di comici “strampalati” sono andati avanti,
come di consueto, nel loro spettacolo tanto atteso, il martedì in prima
serata. Io ho scelto loro, quelli di “Zelig Circus” su Italia1, non
perché non ci fosse di meglio da vedere (di fatto non è che ci fosse
tutta ‘sta scelta...), ma perché il martedì non c’è prima visione che
tenga: io scelgo sempre Zelig.
Solo che, lo stesso, non posso far finta che Sanremo non esista: radio,
tv, giornali cartacei o online, tutti sbattono in prima pagina (troppo
spesso a pari merito con l’imminente guerra e con l’attuale “questione
terrorismo”) i commenti sulla prima giornata del Festival: <aria
fritta>, <troppo lungo>, <troppo corto>,
<sempre lo stesso>, <brave le co-conduttrici>, <calano
gli ascolti>, <ascolti mai così bassi dal 1996>.
In effetti pare che quest’anno l’atmosfera attorno al Festival sia più
mesta: venti di guerra e rinnovati fulgori brigatisti hanno distolto
l’attenzione dai vestiti delle belle di turno. A questo punto tutti
preferiremmo parlare solo di quello, dei vestiti, augurandoci che non ci
fossero mai prime pagine così funeste. Ma questo è un altro discorso.
Mi rammarico, piuttosto che ‘stasera non avrò una valida alternativa al
Festival. Però, a ben pensarci, c’è quel bel libro che ho comprato da un
po’ e che aspetta lì, sul mio comodino, di essere letto. Ci sono i miei
amici che reclamano la mia presenza e c’è il mio fidanzato da coccolare
un po’.
E tutto questo potrebbe divertirmi anche più di Zelig. Credo di aver
capito: l’alternativa a Sanremo non è un altro programma, ma vivere come
più ci piace le nostre serate, lontani da un monitor e da un
telecomando, assaporando le piccole cose e la libertà che qualcuno, non
troppo lontano, trama per toglierci.
Floriana Riggio
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