I Costumi Tipici.

Fino agli anni 1920 č stato particolarmente fiorente l'allevamento del baco da seta "mundash". Infatti nelle campagne erano coltivati i gelsi neri "mėn" dalle foglie  ("fjetat") ruvide che erano adoperate come nutrimento per i bachi da seta adulti, mentre con le foglie dei gelsi bianchi si alimentavano quelli appena nati. La ginestra era usata come struttura per far tessere i bozzoli al baco. La vendita del baco da seta era un'entrata significativa per risollevare i bilanci delle famiglie falconaresi. La seta che veniva prodotta era adoperata per confezionare vestiti, coperte e per fare i corredi alle future spose. Un'usanza molto diffusa era quella della preparazione dei corredi da dare alla "figlia o figlie" all'atto del matrimonio. In molte case il telaio era usato per la preparazione dei corredi da sposa ed era messo solitamente in una stanza spaziosa e soprattutto luminosa. Le fibre maggiormente impiegate erano la seta, il lino e la lana, mentre poco usato erano il cotone e la canapa. I telai, ormai scomparsi, sono custoditi gelosamente da tutti coloro che ne posseggono anche poche parti (la struttura del telaio era composta da parti che con il tempo si deteriorano). Le tessitrici falconaresi erano molto apprezzate anche dagli abitanti dei paesi viciniori, che  spesso commissionavano la realizzazione di interi corredi. Molto spesso il pagamento dei lavori eseguiti avveniva in natura (pratica molto diffusa in questa zona era il baratto). Il costume tipico falconarese ha subito diverse modificazioini con il passare degli anni, pur mantenendo una sua originalitą. L'antico costume constava dei seguenti elementi:

  • "Linja": lunga camicia di lino bianco (fino al polpaccio), con una scollatura quadrata, simile alle sottovesti usate tuttora in Albania. Le particolaritą erano i ricami che ornavano la scollatura e la parte terminale delle maniche.

  • "Coga": gonna di seta, di colore verde o azzurro, lunga fino alle caviglie, plissettata in vita e orlata da balze e da altre applicazioni (che impreziosivano il vestito).

  • "Keza": copricapo a forma di cuffia rigida, ricoperta da ricami d'oro e da fili di seta colorati (che s'intonavano con colore della gonna). Veniva posta sui capelli intrecciati e avvolti nella parte posteriore del capo (in forma circolare).

  • "Shqepi": scialle di seta tessuto al telaio. Si poneva sul capo, per le novelle spose era trasparente, per le altre invece era di seta grezza.

  • "Prigri": piccolo grembiule che aveva dei ricami simili a quelli posti sulle maniche della camicia.

  • "Xhipuni" Corpetto confezionato in lana. Le maniche arrivavano fino al gomito ed erano ornate da ricami simili a quelli della gonna. Fu introdotto successivamente forse per motivi climatici o probabilmente per l'influenza della moda spagnola o francese.

 


Non avendo molte fonti su cui fare riferimento per trattare questo tema mi sono rifatto a ricordi di mia nonna e all'opuscolo pubblicato dalla Scuola Media di Falconara Albanese, in occasione della "V rassegna Culturale - Folkloristica per la valorizzazione delle minoranze etniche Calabresi" edito nel 1998.Per velocizzare il sito ho posto le fotografie in pagine separate, cosģ chi vorrą soltanto leggere non sarą costretto ad aspettare molto tempo.


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